top of page
Search
  • Writer's pictureAlana

Viaggiare in Ecuador durante una pandemia


A settembre prevedendo l’arrivo della fatidica “seconda ondata” pandemica e senza troppi motivi per rimanere in Italia, io e D abbiamo deciso di prendere la volta del mondo con la speranza di poter arrivare in Sudamerica. Prima abbiamo ossessivamente controllato il sito di viaggiare sicuri per scoprire quali mete erano raggiungibili dall’Italia e siamo così approdati alle Canarie.

Laggiù tra un’escursione e l’altra controllavamo le notizie provenienti dal sudamerica.

A novembre la grande notizia: l’Ecuador apriva i suoi confini! Era possibile viaggiare nel paese anche per turismo presentando una PCR (test molecolare) con risultato negativo entro 10 giorni dalla partenza. Dopo aver cercato in lungo e in largo uno studio privato che facesse tamponi nelle modalità richieste e a un prezzo onesto, abbiamo prenotato il nostro volo per Quito.


Tutto il paese era visitabile?

Salango – Ecuador


Sì, è stato possibile viaggiare per tutto il paese con le accortezze del caso, con mascherine e distanziamento. Abbiamo avuto qualche disagio qua e là presentandoci in posti che parevano aperti ma che in realtà non lo erano “con il tema della pandémia”. A Natale, capodanno e per il 6 gennaio le restrizioni sugli spostamenti sono state maggiori, è stato indetto un coprifuoco e le spiagge non erano frequentabili.


Com’è stato viaggiare durante una pandemia?

Strano, ovviamente. Spesso eravamo gli unici turisti. Gli ecuadoriani erano preoccupati per il loro futuro ma sempre amichevoli e cordiali. Non abbiamo respirato il clima di festa che ci saremmo aspettati da un paese sudamericano ma era più che comprensibile. È stato strano vedere un paese spogliato del suo vero volto ma così era in tutto il mondo. Abbiamo potuto visitare posti magnifici con pochi turisti e anche questo è stato bizzarro, ma molto positivo. In alcuni posti saremmo di certo stati sommersi dal turismo di massa ma per fortuna non è successo.


Rimpianti?

Ande – Ecuador


Pochi ma ci sono: non esser potuti andare alle Galapagos (per una serie di sfortunate coincidenze) e di non aver potuto scalare le vette dei vulcani più alti ma queste sono storie che racconterò meglio nelle prossime puntate sul mio blog.


Come avete fatto a viaggiare per tre mesi?

Cercando di non superare tra viaggi cibo e spostamenti più di 20 dollari al giorno. Non è stato troppo difficile in realtà, si poteva fare colazione o pranzare con 2/3 dollari, dormire con 10 e gli spostamenti con gli autobus anche se lenti erano davvero economici con una media di un dollaro per un’ora di viaggio.

Se c’è qualcosa di profondamente triste che questa pandemia ha evidenziato è che tutto ciò che non è lavoro è stato relegato nella sfera del non importante. La cultura non è importante, la sfera del “personale” non è più indispensabile. Invece lo è ed è anche per questo che abbiamo deciso di partire durante la pandemia e di non aspettare, per dedicarci alla cosa più “personale” che ci sia, il viaggio.



 

CHI SONO ?

Mi chiamo Alana, classe 1992. Da qualche anno in fissa con l’estetica e la musica elettronica degli anni ’90. Da sempre amante delle lunghe chiacchierate con gli amici davanti a un buon bicchiere di vino.

Non mi piace identificarmi con la mia professione, con i miei studi, né tantomeno con quello che mi capita di fare per vivere.

Vi basti sapere che semmai esistesse la parola hobbista, sono un’hobbista di professione e che qui, troverete di tutto un po’: esperimenti, foto ma soprattutto racconti di viaggi, frammenti di vita vissuta qua e là.


IG: @alanagramma

Pagina Facebook: Diarioanalogico

138 views
bottom of page